ADRANO. PRESUNTA CORRUZIONE ELETTORALE. I CONSIGLIERI FLORESTA E INGRASSIA VANNO VERSO IL RINVIO A GIUDIZIO. OGGI L’UDIENZA, DOMANI SARA’ RESO NOTO IL PROVVEDIMENTO.

Il provvedimento sarà depositato domani in cancelleria ma da quanto filtra è altamente probabile che ci sia un decreto che disponga il rinvio a giudizio per i consiglieri comunali di Adrano Federico Floresta e Maria Grazia Ingrassia. Con loro anche gli altri 12 imputati. Potrebbe arrivare uno scossone giudiziario nel consiglio comunale di Adrano, la vicenda, nota, riguarda la presunta compravendita di voti alle scorse elezioni amministrative di Adrano del 2018 dove i due consiglieri comunali vennero poi eletti nella lista “Adrano Attiva”. Questa mattina, a Catania, si è svolta l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio in cui il Gup Marina Rizza doveva decidere se rinviare a giudizio gli imputati o il non luogo a procedere. Il provvedimento è stato emesso dopo l’udienza e domani sarà resa nota la decisione ma da fonti giudiziarie filtra la notizia che i due consiglieri comunali, e con loro gli altri 12 indagati, tra cui il marito della consigliera Ingrassia, Antonino Furnari, sono stati rinviati a giudizio. Il reato a cui dovranno rispondere i consiglieri comunali Floresta, Ingrassia e il marito di quest’ultima Antonino Furnari, è quello di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. L’udienza preliminare programmata per lo scorso mese di gennaio fu rinviata per un difetto di notifica al 5 maggio, ma l’emergenza epidemiologica da covid-19 ha allungato ulteriormente i tempi. Secondo l’accusa Federico Floresta, Maria Grazia Ingrassia e Antonio Furnari, “si associavano tra loro allo scopo di commettere più delitti di corruzione elettorale e mercimonio del voto, creavano e gestivano una rete di soggetti, che in cambio di somme di denaro avrebbe dovuto agire sul territorio per procacciare voti in favore dei 2 candidati consiglieri”. Nella conclusione delle indagini si leggeva, inoltre, che agli elettori “offrivano o comunque promettevano somme di denaro di importo tra 25 e 50 euro ad elettore, ed altre utilità”, tra cui delle pizze. Si parla anche di normografi consegnati agli elettori per “facilitare la scrittura”. Alle altre persone coinvolte nell’inchiesta viene contestato il fatto di avere ricevuto somme di denaro o altra utilità al fine di dare il proprio voto. Il comune di Adrano si costituirà parte civile.
     

Autore: Redazione

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