Giunge ad una fase cruciale il processo sulla cosiddetta “Ambulanza della morte”. Nell’ultima udienza c’è stata la requisitoria del Pm, alla fine della quale ha chiesto alla Corte d’Assise di Catania la condanna a 30 anni di reclusione per Davide Garofalo, il barelliere adranita accusato di tre omicidi, dentro l’ambulanza, tra il 2014 e il 2016, tre malati terminali durante il tragitto tra l’ospedale di Biancavilla e le loro abitazioni, per guadagnare poi poche centinaia di euro con il servizio funebre. L’imputato ha reso dichiarazioni spontanee, indicando la sua innocenza. Secondo l’accusa, avrebbe ucciso i tre pazienti terminali iniettando aria nelle vene, procurando la morte per embolia gassosa. Prossima udienza il 9 marzo per gli interventi della difesa. La sentenza della Corte d’Assise, dunque, non è lontana. Ma oltre a Garofalo, c’è un anche un secondo imputato nell’inchiesta “Ambulanza della morte”: Agatino Scalisi, imputato a piede libero nel processo con rito abbreviato. Il caso esplose grazie ad efficaci servizi de “Le Iene” che avrebbero scoperchiato un sistema criminale sul trasporto privato in ambulanza di malati terminali.
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